Europa parte I conclusa

By Antonio Zullo

Molte volte ho chiesto a Juliana perchè fa il giro del mondo il bici, la sua risposta , prima di approfondire , è sempre la stessa ”perchè no?” . La libertà vera , quello che nell’essere umano più spaventa, costretto a vivere sugli insegnamenti imposti dalla società, con la paura nel contrapporre il desiderio al dovere, lasciando quest’ultimo vincitore assoluto. Juliana , col suo passato, non ha di questi problemi. Non vive con la paura di cosa può pensare la gente di lei. La gente. Ne ho visti tanti in questi mesi cercare di distruggere il sogno di Juliana , utilizzando frasi del tipo “Sei pazza?” ” È pericoloso!” “Hai fatto 200km ??…hahahahaah è impossibile!”. Hanno visto in Juliana quell’essere unico , diverso,che va oltre la sacralità del dovere e vola verso i suoi desideri. Hanno visto un idolo , un’eroina. E da vera eroina ha subito attacchi, da chi le invidiava la libertà ed il coraggio, e, molti di più, elogi da chi vedeva in Juliana chi ha vinto le proprie paure ,immedesimandosi e, forse, biasimando se stessi di aver vissuto una vita nel timore.

Ho visto Juliana partire da Napoli ed arrivare a Latina sotto una pioggia battente con il sorriso sulle labbra. In quel momento non conta niente . In Italia , senza lavoro , senza esperienza da professionista , Juliana era su tutti i giornali per essere la prima donna a fare il giro del mondo in bici, mezzo che fino ad appena un anno fa le era totalmente sconosciuto. La pioggia era solo una bella doccia che rilassava i suoi muscoli. Non poteva scalfirla. Nelle tappe successive , Pegasus volava per l’Aurelia fino in Toscana , con medie giornaliere anche di 240 km. Sulle Alpi Apuane ho fermato Juliana a 185 km . Distruggevano più me che lei. E si arriva in Francia. L’ospitalità dei francesi nella regione della Provenza ci stupisce. Juliana raccoglie due notti, una cena e circa 200 euro in donazione per il suo viaggio. Una giornalista l’attende vicino Avignone per testimoniare il suo passaggio in Provenza, scattando foto ed intervistandola. Primo problema tecnico: il deragliatore del cambio eroso dai numerosi cambi di marcia sulle Alpi. E la volta della Spagna , terra di pianure e venti . Juliana ha il vento in coda che la spinge a velocità anche di 38 km/ora , raggiungendo anche 270 km un giorno.
Nella città di Zamora , non lontana dal confine col Portogallo , lascio Juliana nelle mani dei fratelli Russo ,Fabrizio e Marco, che l’accompagneranno fino a Porto . Non nascondo un pó di emozione nel lasciare Juliana da sola al mondo con una bici . Guardo la sua faccia, i suoi muscoli rassicuranti , il suo sorriso da “ci vediamo prestissimo” e ritorno verso Barcellona. Nel tratto dopo Zamora, iniziano i problemi . Il mattino successivo , dopo due minuti dalla partenza, un micidiale pavé riesce a scardinare il supporto dello smartphone/navigatore che candendo subisce danni allo schermo.Per fortuna il supporto di Fabrizio e Marco diventa provvidenziale. Mentre Juliana inizia il suo cammino , loro provvedono a cercare un nuovo supporto in una cittadina portoghese.Le strade del Portogallo non aiutano Juliana. Costretta ad attraversare montagne e colline per piú di 200 km,senza perdersi d’animo riesce ad arrivare a Porto il giorno previsto.
Juliana arriva il 4 agosto a Boston , pronta per l’avventura americana. Il giorno 5 agosto inizia a pedalare negli States . I primi giorni è stata costretta a rallentare causa quattro forature ed un cambio di copertone , unite a pioggia e strade tortuose. Il terzo giorno il cambio della bici inizia a dare problemi seri. Allo stop da un meccanico, ha la conferma che è da sostituire al costo di circa 700$ . Non ci voleva per l’economia del viaggio. Ma non per questo viene scoraggiata. Il quinto giorno negli States Juliana pedala per oltre 240 km , recuperando parte del gap perso nei giorni precedenti. A oggi il viaggio si sta sostenendo con le donazioni ricevute sul sito julianabuhring.com,dove sono elencati tutti i donatori ,che ringrazio calorosamente per aver reso possibile l’impresa di Juliana fino ad oggi. E grazie a quelli che la stanno supportando su strada. Sinceramente sopreso dal seguito che, sia su Twitter che Facebook, stiamo raccogliendo da ogni parte del mondo!
Una delle motivazioni di Juliana è quella di dimostrare al mondo che chiunque può riuscire a realizzare imprese notevoli partendo dal nulla. A settembre 2011 Juliana ha iniziato il suo training con performance di circa 60 km al giorno , tre volte alla settimana, con scarpe da ginnastica e nessuna nozione di ciclismo. Nei 12 giorni europei Juliana ha percorso 2700 km , affrontanto Alpi, Pirenei, pioggia e temperature di 40° . E’ già nella storia!