SII SINCERO CON TE STESSO….A MENO CHE NON SEI UN BAMBINO DELLA SETTA
Ci sono diverse specie di pregiudizi al mondo; politici, religiosi, culturali, razziali, pregiudizi di genere, per citarne alcuni. La maggior parte, se non tutti, nascono dall’ignoranza e dalla paura.
Il mio fratellino aveva un sogno che è stato distrutto dai pregiudizi sociali. Non erano prediudizi contro la sua idea – quella era brillante. Nè pregiudizi contro la sua persona – è un ragazzo fantastico. Si tratta di pregiudizi contro i metodi con cui è stato cresciuto.
Mio fratello lavora nei montaggi radio e cinematografici. Quando è venuto a trovarmi qualche mese fa mi ha parlato di un’idea con grande entusiasmo circa uno show su uno sport molto seguito nel paese dove vive. E’ andato in giro a cercare sponsor, attrezzature e, cosa più importante, una major league di quello sport con la quale lavorare. Sono addirittura arrivati a filmare il primo episodio. Ci ha messo tanto duro lavoro, dimostrando un alto livello di impegno, iniziativa e abilità. Lo show era partito.
Poi qualcosa di imprevedibile è accaduto. Anche se forse poteva essere previsto. Qualcuno in qualche luogo ha menzionato il fatto che lui fosse nato e cresciuto in una setta. Hanno letto il mio libro, che si è diffuso a effetto onda sei anni fa, e all’improvviso lavorare con mio fratello non andava più bene. Le ragioni fornite sono state “ obblighi morali verso la loro organizzazione “ e “non possiamo mettere la reputazione della league in pericolo” , loro dovevano “ essere più puliti del pulito”. Quindi lavorare con mio fratello li avrebbe resi sporchi? La sua sfortunata infanzia potrebbe contagiarli e mettere la loro reputazione in serio pericolo?
Sarebbe come dire a un rifugiato dell’ Afganistan scappato dalla guerra quando era bambino che non può avere un lavoro perchè nato in un paese dove i talebani una volta comandavano. Sei sicuro che è una brava persona, ti rendi conto che non è un talebano, ma non vuoi che la sua “sfortunata” nascita vada a macchiare la reputazione della tua azienda.
Sono sicura che , come me, definireste questa logica “stupida”. Sembra che la nostra società sia invasa dalla stupidità. Non potete neanche più chiamarla ignoranza quando i fatti sono li fuori nero su bianco e tutto quello che volete conoscere può essere trovato con un click sul computer.
Quando ho scritto il libro , l’intenzione era quella di un’ apertura a quello che , per decenni, fu nascosto al mondo. Insieme alle mie due sorelle, abbiamo acceso un riflettore sul ventre dei Bambini di Dio. Abbiamo dato nomi, date, citato prove in modo così scrupoloso e dettagliato che il gruppo non poteva negare la principale accusa di abusi istituzionalizzati e di diritti fondamentali umani violati.
L’abbiamo scritto con un solo obiettivo principale : costringerli a cambiare politica interna e risarcire una generazione di bambini danneggiati dai loro dogma.
L’abbiamo scritto per una ragione: fare in modo che i nostri fratelli e sorelle più giovani ancora nel gruppo potevano avere una vita normale a noi negata, con le possibilità che a noi non erano state date. Così che potevano ricevere un’educazione, un’assistenza medica e tutti i fondamentali diritti umani. Per poter crescere avendo le opportunità di esplorare il loro pieno potenziale nella vita.
Con un’enorme emoraggia di membri e con il supporto economico in esaurimento, grazie alla cattiva pubblicità e alle informazioni in internet, il gruppo fu costretto a disgregarsi nel 2010. Il nostro sogno si era realizzato. La nostra famiglia era libera.
La conoscenza può anche essere il potere, ma è anche un’arma a doppio taglio. Realizzare che lo stesso libro che ha aiutato i miei fratellini ad essere liberi di andare fuori nel mondo a inseguire i propri sogni è la fonte della barricata creata nel loro cammino per realizzarli, è stato come ricevere una coltellata allo stomaco.
Purtroppo questa è una storia già vista. Quando gli ex-cult kids cercano di integrarsi e farsi una vita nella società come tizi qualsiasi, scoprono presto che la società è estremamente intollerante verso l’inusuale e il diverso, paurosa di ciò che non può capire. Capiscono subito che per vivere nella società devono nascondere la loro identità, seppellire il loro passato e ricreare una nuova persona.
La maggior parte dei miei amici nati e cresciuti in una setta sono avvocati di successo, artisti, musicisti, insegnanti, infermieri. Lavorano in ogni settore, dalla banca alle organizzazioni benefiche a liberi professionisti. Sono di successo, grandi lavoratori e membri contribuenti della società. In ogni caso, una cosa è comune a tutti: nessuno sa che sono bambini di una setta. Non i loro datori di lavoro, non i loro amici e, molto spesso, non le loro spose o sposi. Hanno completamente ricreato una loro identità e l’hanno fatto perchè temono il marchio della loro origine. Un marchio creato e coltivato dall’ignoranza, dalla stupidità e da media sensazionalistici e irresponsabili.
Siamo nati in un culto. E quindi? “Culto” è il diminutivo di “cultura”. Siamo cresciuti in una cultura differente da quello che è considerato “normale” dalla società odierna. E a causa di dove siamo nati, interamente senza possibilità di scelta, dobbiamo indossare le nostre origine come un mantello della vergogna, o una gigante lettera scarlatta.
” Sono una bambina della setta. Attenti. Siamo, per definizione, danneggiati. La ‘pazza’ cosa chiamata setta è stata trasferita automaticamente dentro di noi. Venite più vicino e vi sarà contagiata”.
Cosa dirò ora a mio fratello ? Sei libero di fare qualunque cosa tu voglia nella vita..Hai un sogno? Prenditelo. Puoi fare ed essere qualunque cosa. Puoi diventare chiunque….ma non te stesso. Chiunque. Solo non te stesso.
Perchè la setta aveva ragione su una cosa : il mondo non capirà mai.
Rebecca Coppola
settembre 10, 2013 @ 13:34
I completely agree. We bear no shame for the choices our parents made. We left, we have made great strides against huge obstacles to get to where we are. When people ask me where I am I take a huge breath and say I was raised in a cult, I’m from a bit of everywhere and some of nowhere. They will either accept you or they won’t.
Olivia Mathews
settembre 10, 2013 @ 18:02
Great article. That damn scarlet letter ought to be replaced with a huge gold medal for leaving without support and doing something with our lives, but unfortunately out here I, like many of my friends, have to keep it a secret.
Juliana
settembre 11, 2013 @ 05:00
Unfortunate, indeed.
Anon, unfortunately
settembre 10, 2013 @ 19:04
Unfortunately, all too true. For those of us who have children, it adds another dimension, another reason to hide what you’ve experienced. Because even if I feel I could handle the ignominy, the rejection, the weird looks, I would never put that on my kids. Other parents would not understand. Other parents wouldn’t want their children playing with mine. After all, who knows what weirdities might rub off by virtue of association? I know exactly how it would go. They’d be perfectly understanding, perfectly accepting to my face, but suddenly when we call for a play date, they’d never seem to be available. Suddenly I’d notice my daughter’s best friend’s birthday went by and she wasn’t invited. Hmm. And so we make the sacrifice of silence; never opening up, never allowing people to get close enough to really know us — and believe me, it IS a sacrifice, because our humanness craves that sharing, that acceptance — so that we may better allow our children to grow up in a community of acceptance.
Juliana
settembre 11, 2013 @ 05:03
Yup, totally get that (minus the kids). For all people’s pretense at “open-mindedness”, you find they slowly distance themselves from you all the same. Since my life is already an open book, I live by the mantra of ‘those who mind don’t matter, and those who matter don’t mind’.
ac
settembre 11, 2013 @ 02:54
i totally share the feeling regarding having kids of our own. it’s difficult….they feel we might be hiding something, we don’t want to lie, we don’t want them to undergo the same alienation we felt….
meg
febbraio 11, 2014 @ 07:29
I so wish those surviving and moving beyond such painful stories found compassion at each turn. your stories have moved me so .. I just don’t know where to take this need for action i feel within me. Amidst the media frenzy that must have been overwhelming on the release of Not without my sister and other survivors printed stories … I don’t know where my head was … but somehow I missed it and only read your story over Christmas. I just can’t remove them from my mind. I am so sorry for the damage done to all the children by those they trusted. How can I be a part of a creating a world that welcomes, embraces each of you and offers compassion and a place to land?
Juliana
marzo 7, 2014 @ 09:37
Thanks for your kindness and the offer to help! If you drop me a message (if you haven’t already), with your details and whereabouts you’re located, I can add you to potential contacts if any ex-kids in your area need some help, and of course, you are able.
ownself greatness
febbraio 16, 2015 @ 16:43
Great post i understand exactly what you mean.
S
agosto 24, 2016 @ 05:24
I am living the lies from a cult that exist in my world still. My child, born sept 11… 2003… Is suffering so deeply due to my parents ways.. Obviously someone had to start the interaction somewhere WHO IS TO BLAME?
Michael Kennedy
marzo 12, 2017 @ 03:00
The more I read of you the more impressed I am, Juliana. I’ve had a really inspired evening that kicked-off with a viewing of “Inspired to Ride” (I know, some Saturday night!)…I look forward to reading “Not Without My Sisters” and “This Road I Ride”.