My hardware needs an upgrade
cheapest online indian pharmacy for Aurogra or generic “Ironico” , mi ha scritto mio fratello , “ messa in ginocchio dalle tue ginocchia” .
In realtà è stata la mia testa dura che lo ha fatto. Sapete come si dice: si è il nemico di se stessi e la tua grande forza è anche la tua più grande debolezza.
È dolorosamente perfetto in questo momento. Tutte le mie corse hanno funzionato perfettamente avendo come premessa base che la mente fosse sopra la materia; che il corpo è essenzialmente una macchina e finchè la testa durava e continuava ad andare, il corpo lo seguiva automaticamente. Questo è per la maggior parte vero, finchè non lo è. Conoscete quel film Le Grand Bleu dove il sommozzatore nuota giù sorridendo fino alla sua morte ? La sua testa voleva continuare, anche quando sapeva che sarebbe rimasto ucciso, ma ha voluto scendere sempre più giú ,comunque. Sapevo che le mie ginocchia non erano forti. La Trans Am lo scorso anno mi ha danneggiato le cartilagini, pedalando metà gara con la sella abbassata dopo la rottura della vite. Inoltre a Dicembre mi sono strappata i legamenti al ginocchio sinistro e sono stata a riposo per alcuni mesi. Il punto è che ho ripetutamente danneggiato le mie ginocchia. Essenzialmente sono il mio Tallone di Achille, il mio punto debole, e sapevo che la Transcontinental Race quest’anno non era per loro accettabile. Lo sapevo perché si bloccavano durante le sessioni di allenamento lunghe. Ma ho deciso di gareggiare lo stesso. Avevo uno sponsor finalmente. Le cose di stavano mettendo bene per me. Morivo dalla voglia dell’avventura ed ero sicura di poterla portare a termine come ho sempre fatto, facendo fare al mio corpo quello che volevo con la mia forza di volontà. Non c’era niente che non andava nel software.
Ho pedalato 515 km il primo giorno e 400 il secondo e stavo raggiungendo il primo check point a Monte Ventoux nel sud della Francia, quando l’hardware si è guastato. Entrambe le ginocchia hanno fallito allo stesso tempo. Un minuto prima stavo pedalando, quello dopo non potevo neanche minimamente effettuare pressione sui pedali. Ero in pianura a 10 km orari e poi il blocco totale. Mi sono fermata e ho zoppicato l’ultimo km verso la cittadina più vicina. La macchina , per la prima volta da sempre, ha fallito completamente.
Mi ci è voluta un’ora solo per comprendere che non avrei potuto continuare la gara. Non mollo mai. La mia mente era ancora al comando, più forte che mai. Anche i miei muscoli erano in perfetta forma. Fisicamente era in splendida forma. Uscire dalla gara non è mai stata un’ opzione, e ho dovuto affrontare la dura realtà che fosse la mia unica opzione in quel momento. Era finita. Ho chiamato mia sorella che vive ad Avignone e alle parole “ Ho bisogno di aiuto. Non riesco più a pedalare” , la frustrazione nel sentirmi indifesa e, si , debole è stata insostenibile e sono scoppiata in lacrime.
Razionalmente so che le mie ginocchia sono semplicemente collassate e che succede a tutti gli atleti del mondo. Ma emozionalmente è facile viverlo come un fallimento. Una cosa che mi ha detto Mike Hall mostra la vera prospettiva ” Non puoi prenderti troppo sul serio. Si tratta di andare in bici, non curare il cancro o cose del genere”.
Come ogni macchina, il corpo ha bisogno di manutenzione ed è stata colpa mia per non aver prestato maggior attenzione. Non sono esente da regole, anche se mi comporto come se lo fossi. In ogni corsa imparo qualcosa di nuovo su cosa posso e cosa non posso fare, e come posso migliorarmi la prossima volta. Prendo questa esperienza come un’altra tacca sul mio percorso di apprendimento dei limiti.
Dovró vedere uno specialista e fare iniezioni e terapie, ma il danno non è irreparabile. Fortunatamente, non ho dato la possibilità di distruggerli completamente, cosa che sarebbe successa se avessi continuato. Quindi guariró completamente e faró in modo di essere al 100% prima della mia prossima gara. Finiró quest’aggiornamento castigandomi da sola con un po’ di Radiohead.
Lo fai per te stesso, lo fai
Ed è quello che fa veramente male
È che lo si fa a se stessi
Solo tu e nessun altro
Lo fai per te stesso
Lo fai per te stesso
Mario Fonseca
agosto 1, 2015 @ 18:03
I have my own motto: “When your body says it can’t go anymore, push a little further to show him who’s in charge” and I learned through experience that it’s just a bunch of words. We can do so much more and better than so many others but we must acknowledge we’re human, and mortal… even though we deny it… rest, recover and soon you’ll be winning races again 🙂
Alain
agosto 1, 2015 @ 20:45
You’re so strong, you are fantastic!
Wish you a fast recover. And keep going!
Jeff Ellingham
agosto 2, 2015 @ 10:03
When you get back on your bike, try moving your saddle BACK. It worked for me and others. Best of luck for the future. Jeff
Jude
agosto 24, 2015 @ 13:01
Well done for everything you have achieved, amazing! Greatest admiration! Hope all goes well with your knees & you soon get back on your bike!
Ray Garza
febbraio 7, 2016 @ 18:46
I remember the broken seat clamp from your first race (I watched the movie) and cringed at the thought of possible knee damage. Be patient and heal up even if it means skipping a year. You need your pistons for other things besides cycling too!
Cheers!
Lydia Franklin
febbraio 8, 2016 @ 09:07
I understand how that must feel. ‘It’s how we get back up again that defines us’. You have a mental strength that you must now employ into getting yourself better, standing up straight, taking a deep breath ready for the challenge. You know this already and you will prevail. Regards and best wishes for your recovery
From one of the crazies to another (though Im not quite in your league!)
Karl Ernst
giugno 14, 2016 @ 11:31
‘Mind over body’ ? Your courage is admirable, but mind & skeleton should be pals not adversaries. They are a part of the same miracle that is ‘us’. Anyhow, I’ve successfully employed a product called ‘Sea Mussel Plus’, produced in Vermont, to heal joint issues. Happy pedals forever….